2018RTOGoriVenerdì 9 febbraio 2018 la Sezione di Grosseto ha ricevuto una piacevole visita da parte del collega aretino Lorenzo Gori, assistente arbitrale in forza alla CAN A. La presenza di un ospite di grande livello, oltre al canonico ospite assegnato a inizio stagione ad ogni sezione italiana, è frutto di una ricerca fatta con passione e operata dal presidente sezionale Alessio Bargagli, volta a dare ai propri ragazzi la possibilità di apprendere da colleghi di calibro e molto più esperti. L’originale proposta è stata accolta con entusiasmo dai 50 fischietti maremmani presenti, sia giovani leve incuriosite che colleghi più esperti sempre pronti ad apprendere qualcosa in più. Gori ha saputo coinvolgere gli arbitri presenti con una lezione fatta di immagini, video di episodi relativi a partite in cui il collega aretino ha operato, condite da una chiarezza e soprattutto una simpatia lampante. L’argomento principale è stata la “gestione dell’errore”, quello commesso sul terreno di gioco; “molto spesso – ha detto Gori- gli errori derivano da mancanza di concentrazione”, di preparazione fisica e da una serie di variabili “che però sono umanamente controllabili” per cui basta prepararsi a dovere per evitare di commettere, a seguito di una propria lacuna, un errore. L’unica variabile giustificatrice resta pur sempre il “caso” ed l caso non si può eliminare, ma anche se l’errore non è cancellabile - aggiunge Gori - bisogna imparare a conviverci.

L’errore può e deve essere gestito. Gestire un errore nel migliore dei modi porta ad evitarne altri, rimanere con il pensiero al ricordo di ciò che si è sbagliato innesca un meccanismo a catena di sbagli dal quale l’arbitro rischia di uscirne solo al triplice fischio, e questo è da evitare. La “resilienza” è stato l’altro argomento affrontato durante la lezione tecnica, qualcosa di insolito e di inaspettato per molti presenti, l’ospite della serata è stato però in grado di saper ben integrare al mondo dell’arbitraggio un termine che deriva dalla scienza dei materiali, parola che ha subito poi, tramite i vari studi fatti in psicologia, una deriva umanistica e psicologica; oggi infatti per persona resiliente si intende un soggetto che abbia come tratti di personalità il controllo, l’impegno e il gusto per le sfide. L’arbitro perfetto, quello vero, è secondo Gori, un arbitro resiliente, colui che sappia mantenere e riportare la calma sul terreno di gioco quando tutti gli attori della gara perdono invece il controllo, un vero e proprio atleta che si impegni allenando il fisico per correre e la mente per sapere il regolamento, e un soggetto che in ogni sfida decida di non tirarsi indietro, combattendo fino all’ultimo centimetro. La serata si è conclusa con uno scambio di regali, un ricordo, quello simboleggiato dalla divisa che l’assistente aretino ha regalato alla sezione, che senz’altro riporterà alla mente questa riunione di un paio d’ore che è stata un ottimo incontro formativo fatto di condivisione di esperienze arbitrali.