PiccininiMercoledì 8 novembre gli Arbitri piombinesi hanno ricevuto la graditissima e stimolante visita di Marco Piccinini di Forlì, arbitro nell’organico della CAN B. Marco con la sua simpaticissima cadenza romagnola ha saputo catturare immediatamente l’attenzione della giovane compagine arbitrale illustrando la sua “Formazione Ideale dell’Arbitro”, ovvero un 4-3-3 composto dal Portiere (il regolamento), quattro difensori in linea composti da Preparazione atletica, Preparazione mentale, Preparazione tecnica individuale e Preparazione tecnica della partita. Il centrocampo si avvale dell’Arbitro in regia, con Lettura della partita ed Anticipo degli eventi ai suoi lati. L’attacco è invece composto dal Team work e dall’Interpretazione sui lati mentre al centro, il bomber, è la Decisione. Tutto questo è apparentemente semplice, facile da comprendere da chiunque; quello che invece è meno apprezzabile del lavoro dell’Arbitro sono la dedizione all’attività, il duro lavoro e gli allenamenti necessari, i sacrifici propri e spesso imposti ai propri cari, le delusioni e, talvolta, i fallimenti. Tutta questa seconda zona costituisce la parte immersa dell’iceberg, quella che la gente non vede. Si è trattato di un’analisi semplice, una pura constatazione di fatti farcita di quelle verità innegabili che tutti noi conosciamo bene. Di contro ci ha poi intrattenuto sui valori che ci contraddistinguono, che ci permettono di essere uomini veri, di riconoscerci tra noi e di essere riconosciuti come “positivamente diversi” dagli altri, di come questa attività sia in grado di formarci come nessun altra e di quanto ci insegni per permetterci di superare i momenti difficili, sulla Sezione che supporta così tanto da risultare una seconda famiglia; insomma, per farla breve, l’attività arbitrale altro non è che una scuola di vita di gran classe e lignaggio oltre a costituire per chi ha la fortuna di praticarlo un’inesauribile fonte di divertimento, soddisfazioni e gratificazioni.

Non dobbiamo peraltro dimenticare o minimizzare dall’altro lato lo stress, le umane paure e qualche immancabile sofferenza. Marco ha poi marcato la sottile differenza tra “Avere talento” ed “Essere talento”. Sono stati poi visualizzati ed analizzati una serie di filmati tecnici con episodi molto interessanti che hanno coinvolto i giovani in un fitto scambio di opinioni. In generale si è trattato di una lucida e serena analisi dell’intera attività arbitrale, una laica disamina di ogni aspetto che la contraddistingue, quelli dolci delle soddisfazioni e quelli amari del duro lavoro e delle delusioni; perciò il Presidente Riccardo Pucini e tutta la Sezione non possono che ringraziare Marco per la sua semplicità, per la chiarezza con la quale ha esposto il tutto e per la grande umiltà con la quale si è reso disponibile verso i giovani colleghi toscani. A fine serata c’è stato un reciproco scambio di auguri riguardo il raggiungimento degli obiettivi che ognuno si è proposto.

Alessandro Tanzini